Tuesday, February 14, 2012

Sostenibilità (1° parte)


Usufruire al meglio del potenziale dei prodotti digitali, vuol dire anche avere un occhio di riguardo a progetti a ridotto impatto ambientale e sostenibili. Ma cosa significa davvero progettare in modo sostenibile?
Durante le 3 giornate di Faber meeting svoltesi a Novembre 2011, abbiamo avuto il piacere di conoscere altri partecipanti, tra cui Maria Isabella Reggio e Erika Vicaretti (il loro progetto è stato premiato al Faber con una Menzione speciale e una candidatura al premio internazionale ADI DESIGN INDEX 2012), che si occupano appunto di eventi e design eco-sostenibili assieme a Roberta Destefanis.
Da una piacevole chiacchierata sono sorti parecchi spunti interessanti, e abbiamo pensato di chiedere a loro di spiegarci qualche regola fondamentale per pensare e progettare in maniera quanto più sostenibile ed ecologica possibile.
Le informazioni per scriverne un articolo erano davvero molte, abbiamo perciò deciso di dividere questo post-intervista in due parti. Oggi presenteremo i concetti basilari del loro lavoro, mentre giovedì affronteremo il modo in cui questi concetti dovrebbero essere attuati praticamente.

AddictiveColors: Prima di tutto chiarirei il concetto di Sostenibilità- Cosa si intende per Sostenibilità?
 L'attenzione verso la sostenibilità è nata verso la fine degli Anni '60, ma se ne è iniziato a discutere con maggiore interesse in seguito al periodo di crisi energetica degli Anni '70.
L'interesse verso obiettivi sostenibili è stato inizialmente dettato sia da fattori contestuali legati anche ad aspetti politico-economici (esempio: la ricerca di risorse energetiche alternative al petrolio), sia da questioni più “filosofico-morali” relative alla necessità di combattere il consumismo sfrenato innescatosi con il boom economico del Secondo Dopoguerra e alla ricerca di un nuovo stile di vita in armonia con gli equilibri della natura.

Il termine “sostenibilità” ha un significato che si lega al più ampio concetto di sviluppo sostenibile, il quale ha assunto una connotazione più concreta nel 1987, anno in cui la Commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo (WCED) l’ha definito “sviluppo che garantisce i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri” all’interno del rapporto Brundtland, intitolato
Our common future. Nonostante la sua ufficializzazione, tale concetto è ancora oggi troppo spesso ignorato o trascurato poiché considerato un fattore di intralcio agli interessi economici, anziché essere interpretato nelle sue potenzialità come una chiave di soluzione al problema (vantaggiosa anche dal punto di vista economico).

AC: Che differenza c'è tra il termine “Sostenibile” e “Ecosostenibile” ?
Noi preferiamo utilizzare il termine sostenibilità anziché ecosostenibilità in quanto quest'ultimo è stato nel tempo usato e abusato in riferimento ad uno scenario di sostenibilità connessa prevalentemente alla natura. In realtà la sostenibilità deve essere intesa come l'equilibrio sinergico di tre dimensioni fondamentali che la caratterizzano: economica, ambientale e sociale. Le tre dimensioni devono necessariamente coesistere per poter realmente parlare di sostenibilità. Prendiamo ad esempio il caso di un'azienda produttrice di beni di consumo. Per poter essere considerata sostenibile, essa dovrà: produrre beni realizzati con materiali e tecnologie sostenibili, che dovranno anche essere in grado di favorire o innescare comportamenti sostenibili da parte di utenti consapevoli; produrre sfruttando le risorse territoriali, dall'approvvigionamento materico ed energetico all'utilizzo del know-how e della cultura materiale locale ( al contrario di produzioni offshore, che delocalizzano la fase produttiva in paesi meno sviluppati); l'azienda dovrà riuscire a produrre sì in maniera sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale, ma dovrà anche poter ottenere un guadagno economico.
AC: In quali campi può essere applicato il concetto di “Sostenbilità” ?
La sostenibilità, in tutte le sue sfaccettature, essendo diretta conseguenza di un approccio comportamentale/progettuale che non si rifà solo, come si crede comunemente, all’utilizzo di materiali riciclati o a inchiostri vegetali, ecc, ma alla ridefinizione degli oggetti più comuni e di sistemi più ampi sulla base di ragionamenti complessi che interessa
no il loro intero ciclo-vita. La sostenibilità della progettazione è un concetto trasversale applicabile a svariati campi: scelte di consumo, prodotti, servizi, processi produttivi, eventi, comunicazione e promozione; insomma è un aspetto intrinseco agli stili di vita dei singoli e delle comunità e agli intenti progettuali e produttivi delle realtà che offrono prodotti e servizi.

AC: Ad ognuna di voi vorrei chiedere: Perché avete scelto di specializzarvi in questo campo?
ERIKA VICARETTI Ho trovato nella progettazione sostenibile quella attenzione alla complessità delle cose e al loro rapporto reciproco che da sempre mi ha affascinato a livello personale, unito alla consapevolezza di poter contribuire ad apportare un miglioramento dell’odierno stile di vita, secondo un’ottica di evoluzione e miglioramento continuo delle abitudini. Questo è anche il motivo per cui credo fermamente nella possibilità di coniugare gli aspetti di sostenibilità ambientale ed economica per migliorare con essi la sostenibilità sociale, facendo particolare attenzione alla qualità di vita dell'uomo.
ROBERTA DESTEFANIS
Progettare nel rispetto delle persone e dell’ambiente, tenendo in considerazione il loro presente ed il loro futuro, dovrebbe essere l’imperativo morale di ogni designer. La sostenibilità è un valore imprescindibile per creare un’offerta adatta a chi è pronto a consumare in modo critico, etico e attento, e per sensibilizzare ed educare i consumatori che ignorano o sottovalutano il concetto di sviluppo sostenibile.


MARIA ISABELLA REGGIO
Per quanto mi riguarda, la sostenibilità dovrebbe essere materia importante per chiunque affronti l’ambito della progettazione poiché è essenziale per produrre progetti. Ritengo quindi che se si ignora questo aspetto si potranno creare prodotti e progetti scadenti non adatti a stare nell’ambiente. Penso che sia necessario iniziare a vedere la sostenibilità come la base per la progettazione e non più come un valore aggiunto che si applica ad alcuni prodotti per attirare la clientela sensibile.
AC: Qual'è stato il vostro percorso di studi?
Ci siamo specializzate in Ecodesign presso il Politecnico di Torino conseguendo la laurea specialistica a luglio del 2011. Il percorso di studi condotto ci ha permesso di comprendere una logica completamente differente rispetto alla progettazione tradizionale, dove la maggior parte degli eventi sostenibili vengono progettati secondo una logica lineare.
Attualmente ci occupiamo della progettazione di eventi a ridotto impatto ambientale, attraverso l’applicazione della metodologia definita dal design sistemico . Gli eventi progettati secondo un approccio sistemico hanno le stesse prerogative degli eventi sostenibili poiché ne sono una sotto-categoria, ma offrono una visione complessiva del sistema-evento mirata ad ottimizzare le risorse materiali ed immateriali coinvolte , valorizzando gli output post-evento in modo che diventino risorse per un altro sistema e non scarti.

Giovedì la seconda parte dell'intervista.

2 comments:

  1. Per moltissimo tempo in ambito industriale si è lavorato in modo assolutamente non sostenibile, senza mai pensare che dopo sarebbe venuto qualcuno che avrebbe potuto rimanere senza risorse. Le iniziative sostenibili sono importantissime. Bravi, ottima intervista, attenderò molto volentieri la seconda parte ^^

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    1. In effetti è uno studio di cui valeva la pena parlare anche per prendere in considerazione degli aspetti a volte trascurati nella progettazione, io ho approfondito diversi concetti grazie a loro!

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